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L’amaro e il piccante nell’olio extra vergine

Senza prefazione alcuna, in modo indiscusso l’amaro e il piccante, con molteplici intensità, sono due componenti estremamente positive contenute nell’olio extra vergine di qualità. L’amaro e il piccante si generano nell’olio di oliva come conseguenza della presenza di sostanze polifenoliche. Maggiore è la presenza di tali sostanze, maggiore sarà l’intensità dell’amaro e del piccante. L’olio extra vergine, quando di elevata qualità, ha guadagnato negli ultimi anni una posizione di rilievo nel panorama degli alimenti salutistico-nutrizionali proprio grazie all’alta concentrazione di polifenoli. In estrema sintesi, i polifenoli sono potenti antiossidanti e contribuiscono alla prevenzione di un alto numero di patologie degenerative. Naturalmente nella valutazione dell’olio è bene valutare l’equilibrio delle diverse componenti organolettiche, anche l’amaro ed il piccante non devono prevalere troppo sull’insieme sensoriale complessivo dell’olio. Concludendo sarebbe bene considerare l’amaro e il piccante due indicatori di qualità dell’olio, pertanto, come in un qualsiasi nuovo percorso sensoriale sarà necessario “educare il proprio palato” alle nuove sensazioni con la consapevolezza di utilizzare un prodotto naturale e salutare.

Olio non filtrato e olio filtrato: qual è il migliore?

Il procedimento di produzione dell’olio di oliva termina sempre con un prodotto al cui interno, in sospensione, sono presenti minuscole particelle di oliva (polpa e nocciolo) che conferiscono il classico aspetto torbido dell’olio grezzo, appena franto. Se l’olio non viene filtrato queste particelle tenderanno lentamente a depositarsi sul fondo del contenitore in cui è immagazzinato l’olio (cisterna, bottiglia, latta, ecc.). La presenza di queste particelle, in un certo senso, è la prova di genuinità dell’olio. Inoltre la presenza di queste micro-particelle di oliva tende ad apportare un miglioramento in riferimento ai contenuti salutistico nutrizionali tipici dell’olio extra vergine di oliva. Un‘eccessiva presenza di queste particelle potrebbe ridurre in parte la conservabilità dell’olio a causa del loro processo di fermentazione. Per evitare questo rischio è bene utilizzare un olio non filtrato con mezzi meccanici ma sottoposto ad un’attenta attività di decantazione naturale, tale scelta consente di avere la garanzia dell’artigianalità del prodotto unita ad una migliore stabilità chimico-fisica ed organolettica dello stesso.

Olio di oliva, il miglior condimento per le insalate

Un nuovo ed interessante studio dell’Università di Purdue (Indiana-Usa) mette in evidenza il ruolo fondamentale dell’olio di oliva nella nostra alimentazione e salute. Lo studio ha avuto l’obiettivo di analizzare l’interazione dei grassi (olio, burro, ecc.) quando vengono aggiunti come condimento delle verdure. Le verdure sono molto ricche di sostanze nutritive particolarmente importanti per la nostra salute. Tra le più importanti in tal senso troviamo i “carotenoidi” che, grazie alla loro capacità di legarsi ed eliminare i radicali liberi, giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione di molte patologie degenerative, quali il cancro e le malattie vascolari.
Grazie al fatto che i carotenoidi sono sostanze liposolubili (si miscelano facilmente con le sostanze grasse), l’aggiunta alle verdure di olio e burro ad esempio, ne favorisce in modo sostanziale l’assunzione. L’obiettivo del recente studio è stato quello di dimostrare se potesse esistere qualche relazione tra il quantitativo di carotenoidi assunti dal corpo ed il tipo e quantità di grasso aggiunto alle verdure. I tipi di grassi coinvolti nello studio sono stati: grassi saturi (ad es. burro, margarine, olio di palma e di cocco), grassi insaturi (olio di oliva, olio di canola) e polinsaturi (ad es. olio di semi di mais, girasole, colza. Il risultato è davvero interessante: per i grassi saturi e polinsaturi vi è una forte dipendenza tra la quantità di grasso aggiunto alle verdure e l’assunzione di carotenoidi; di contro, ne caso di grassi insaturi (quindi dell’olio d’oliva), invece, questa dipendenza è decisamente più bassa. In altre parole utilizzando come condimento l’olio di oliva si ha una considerevole assunzione di carotenoidi anche con modeste quantità di olio. Tutto questo porta a concludere che l’olio di oliva non solo è indispensabile nel condimento delle verdure ma che, a parità di calorie assunte, l’olio di oliva è quello che permette il più alto rapporto effetti benefici/calorie. Nella nostra dieta, se ci preoccupa la linea, allora questo studio ci tranquillizza.

Olio extra vergine d’oliva, dietetico e anticancro

Continuano le pubblicazioni di ricerche e studi scientifici dove l’olio extra vergine di oliva è sempre il protagonista.
Una ricerca eseguita al Miriam Hospital di Providence (Rhode Island, Usa) ha incoronato il principe della dieta mediterranea, l’olio extra vergine d’oliva, come alimento vincente nella lotta contro il tumore femminile.
Lo studio è stato condotto su 44 donne in menopausa ed in sovrappeso con alle spalle una battaglia vinta contro il tumore.

L'olio d’oliva si è dimostrato un alleato in grado di tagliare i chili in eccesso più efficacemente. Mary Flinn, coordinatrice dello studio finanziato dalla Fondazione Susan G. Komen, ha pubblicato sul Journal of Women's Health,

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